Arrestati i caporali di Nardò

L’estate scorsa, quando a Nardò scoppiò la rivolta dei migranti contro i caporali, visitai l’agro della masseria Boncuri, volendo capire di persona cosa stesse succedendo. Anche perché dalle nostre parti una simile protesta dei migranti contro lo schiavismo imposto dai caporali non si era mai visto. Feci un ampio e bel reportage per Go-Bari.

La crisi economica ha colpito anche l’ambito dell’agricoltura, rendendo ancor più instabile e precario il mercato ortofrutticolo, già in difficoltà. Nonostante i salari per gli stagionali stranieri fossero già stati pattuiti, i “padroni” pretendevano non solo di corrispondere cifre irrisorie per ogni cassetta riempita (perché da queste parti il lavoro continua ad essere a cottimo), ma anche di trattenersi una percentuale per il “servizio navetta” che loro garantivano, ossia trasportare nei campi gli stessi migranti. I quali, esasperati, sono insorti. Con grande dignità e grande coraggio. Nel capolavoro di Carlo Levi, “Cristo si è fermato a Eboli”, si legge: “Il loro cuore è mite, e l’animo paziente. Secoli di rassegnazione pesano sulle loro schiene.. Ma quando, dopo infinite sopportazioni, si tocca il fondo del loro essere, e si muove un senso elementare di giustizia e di difesa, allora la loro rivolta è senza limiti, e non può conoscere misura. È una rivolta disumana, che parte dalla morte e non conosce che la morte, dove la ferocia nasce dalla disperazione”.

Oggi, dopo quasi un anno, finalmente, gli arresti. Vedremo, tra qualche mese, quando torneranno i migranti nei campi salentini, se qualcosa è effettivamente cambiato.

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